20 settembre 2012

My English Breakfast - American Breakfast #22 / Streets of Philadelphia

Ho deciso di celebrare la mia ultima settimana di permanenza in terra americana andando a visitare e a rendere omaggio alla culla degli Stati Uniti d'America.
Mi sono dunque imbarcata nuovamente sul Megabus e facendo rotta attraverso il Maryland dopo circa tre ore di viaggio sono infine approdata
a Philadephia.. o Philly, come la chiamano affettuosamente gli americani.. capitale dello Stato della Pennysilvania: 

Per dovere di cronaca devo premettere e specificare che sono capitata lì in una giornata segnata da un'atmosfera decisamente gloomy.. grigia, piovosa e ventosissima. Tuttavia ciò non toglie comunque nulla al fatto che Philadelphia è innanzitutto una città di rara bruttezza.

Come accade a New York, la dimensione umana delle cose viene spesso sovrastata e schiacciata da mastodontici palazzi di 483902429 piani:


Vi si trova poi ulteriore conferma che gli americani e il concetto di omegeneità architettonica sono inversamente proporzionali:


  

Per non parlare poi di quando si arriva sulle rive del fiume Delaware, che bagna la costa occidentale di Philly e segna il confine tra la Pennysilvania e il New Jersey:



Il meraviglioso panorama che circonda l'imponente Benjamin Franklin Bridge infatti era probabilmente adattissimo per far fare jogging a Rocky, ma certo non brilla per gradevolezza visiva (a tale proposito purtroppo non ho avuto modo di visitare la scalinata del Philadelphia Museum of Art, resa celeberrima da alcune delle più sobrie scene della storia del cinema, QUI ma direi soprattutto QUI).

L'unica parte guardabile della città è costituita dalla strada e dalla piazza dove sorge la storica Independence Hall:



..ossia.. come dicevo pocanzi.. il luogo che ha dato i natali a questo paese.
In questa sala infatti:


..i Founding Fathers americani firmarono, rispettivamente nel 1776 e nel 1787, la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti d'America, le due pietre miliari della democrazia americana e della storia della Repubblica (Clap).

In quest'area inoltre è anche conservata la Liberty Bell, che secondo la leggenda diede inizio alla Rivoluzione americana:

(con la famosa crepa)

e la tomba di Benjamin Franklin:


Non ci si spiega dunque come una città di tale importanza storica e simbolica (che fu ex capitale per giunta) possa essere di una bruttezza così difficilmente descrivibile.
Sarà perché, come mi ha spiegato un autoctono, dal 1787 non è successo poi molto altro da quelle parti che meriti di essere ricordato.
Ma comunque..

Parlando di cose serie, la mia ultima settimana di permanenza è anche stata soprattutto l'occasione per tentare infine l'audace sperimentazione di cui discutemmo QUI.. Sperimentazione che tra l'altro ci ha permesso di unire due dei CC più rappresentativi e celebrativi di questo american journey:

.......

(e gli americani ancora stanno a preoccuparsi dei Rogue States..)

E ora la domanda è: riusciremo a finirli tutti prima di prendere l'aereo verso casa?


Sulle note di questo struggente enigma cala dunque il sipario sulle mie American Breakfasts. Il presentimento e la speranza è che un giorno, presto o tardi, si riaprirà.. offrendoci nuove ed entusiasmanti soddisfazioni.

Un sentito grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e accompagnato in questo lungo.. lunghissimo viaggio spaziale, ideale e immaginario.. ma soprattutto, direi, gastronomico...

... Homeward bound.

4 commenti:

Il Mondo di Aracne ha detto...

Noto con piacere che gli insegnamenti sull'osservazione e lo spirito critico sono riusciti alla grande. Complimenti!
Mi spiace se non riuscirai a terminare tutti i tuoi cereali e company ma sono STRAFELICE del tuo ritorno (anche se brevissimo) alla Casa Madre.
ecce
mina

My English Breakfast ha detto...

@Mina, ecce.. sono certa che anche questa volta Gia

Pasticcino ha detto...

.. e Mina l'altro giorno aveva gli occhi lucidi parlando del tuo ritorno Gia

My English Breakfast ha detto...

@Pasticcino, suppongo fosse un WOOB.